Note critiche

Calisti: senzazioni di paesaggio

 

Stefano appare un autore straordinario perché straordinario è il suo modo di comunicare attraverso l’arte. Lo si potrebbe definire un persuasore, uno che riesce a superare la materia e parlare direttamente all’inconscio. La prospettiva è tale che l’osservatore viene accompagnato all’interno dell’opera, diventando lui stesso parte integrante del gioco onirico. La tela è come una porta che si apre su di un sogno incredibile e tutto diventa possibile.

E’ un artista che definirei “sensoriale”, nelle opere si respirano i profumi, si percepiscono il vento e le emozioni, si mangiano i colori. E’ così, assaporando l’arte di Calisti, che ne si diventa rapiti, dipendenti. Leggendo oltre, è in quel gioco di forme e colori che si traducono in simbolismi in cui Calisti esprime la sua essenza, traduce il suo modo di vedere la relazione tra il materiale e il surreale, tra il mondo esterno e sé stesso. Una comunicazione celata, di solo appannaggio dell’intuitività. Ogni singolo elemento appare essenziale nello svolgersi dell’evento onirico ed è concatenazione precisa del dialogo che l’autore fa direttamente a chi si vuole mettere in relazione con lui.

Capace è di sintetizzare un pensiero complesso in un gioco perfetto modellandone la luce e accendendone i toni dall’interno; spaziare nel paesaggio con abilità cromatica sempre più accattivante; accedere all’immaginazione con stupore e spontaneità. E proprio attraverso il colore che attira l’attenzione, cattura lo spettatore, tanto che oserei chiamarlo “il prestigiatore dei colori”.

 

Melissa Parenti